L’interazione tra imprese, enti locali e società civile consente di realizzare quella che a
volte viene anche chiamata “Responsabilità Sociale di Territorio”.
Per arrivare a questo traguardo è necessario avviare una strategia che parte dall’analisi delle potenzialità e delle criticità dell’area in cui l’impresa opera, prosegue con l’ascolto delle esigenze dei diversi stakeholder, si sviluppa con la definizione di un piano di interventi mirati ed efficaci a vantaggio della comunità oltre che dell’impresa e si conclude con la messa in atto degli interventi identificati e con la relativa comunicazione.
Anche se ciascun territorio e ciascuna impresa mostra proprie specificità, si possono identificare alcuni passaggi percorribili da ogni organizzazione per avviare un percorso verso la CSR.
Il primo passo per l’impresa (sia quando decide di insediarsi in un’area sia quando vi è da tempo presente, ma non ha mai affrontato consapevolmente il tema) è dunque procedere con la valutazione delle potenzialità e delle criticità del territorio.
Questa fase di analisi serve per capire quali sono le risorse esistenti, per esempio scuole di specializzazione, università, centri di ricerca, infrastrutture, politiche sociali etc.
Dopo aver esplorato i punti di forza del territorio, bisogna individuare i punti di debolezza. Se il passaggio precedente consente di individuare i fattori di eccellenza (anche per creare alleanze), questa seconda fase permette di capire dove intervenire per contribuire alla soluzione dei problemi: sarà possibile, per esempio, contribuire alla salvaguardia del patrimonio naturalistico e artistico, sostenere associazioni non profit che aiutano le fasce deboli della popolazione, finanziare società sportive locali etc.
Al termine di questa fase di analisi è necessario elaborare un piano d’azione. Il piano serve per passare dalla teoria alla pratica: è necessario definire obiettivi e destinatari, scegliere le azioni, impostare gli interventi. In molti casi l’impresa può intervenire con risorse economiche, ma anche fornendo competenze specifiche. Oppure offrendo a enti pubblici o a organizzazioni non profit (ONP) la collaborazione dei propri dipendenti grazie a un programma strutturato di volontariato aziendale.
Nel piano è necessario ipotizzare il tempo necessario (la risorsa tempo a volte rappresenta un ostacolo in particolare nelle piccole e medie imprese), valutare eventuali costi esterni (oltre ai costi per lo sviluppo del piano è importante stimare gli investimenti necessari per le iniziative che verranno realizzate) e definire gli strumenti di misurazione.
Approvato internamente il piano, che naturalmente può comprendere diverse azioni programmate anche in un periodo ampio di tempo, si passa alla realizzazione delle iniziative ritenute più importanti e urgenti, senza dimenticare la relativa comunicazione.
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